L’US Livorno nella mattina di oggi allo studio Zaki – Creative Digital Agency in via del Forte San Pietro ha presentato il rebranding della società, il nuovo logo, contestatissimo dalla piazza fin da subito che si è sentita esclusa dalla scelta ma che, a livello tecnico, di applicazione nel marketing e di “identity”, ha tutti i requisiti necessari per essere promosso. Detto ciò però sappiamo quanto può essere difficile un rapporto tra un nuovo stemma ed una piazza, esempi principali Atletico Madrid e Roma che hanno con gli anni deciso di fare passi indietro anche perché delle nuove proprietà hanno voluto creare discontinuità con quella precedente.
Tornando alla conferenza, Maurizio Laudicino ha introdotto la presentazione: “È un momento importante per il futuro del club e abbiamo affidato a questa agenzia, che è la più prestigiosa della città, lo studio del logo che la società assumerà da oggi. Tutte le specifiche a livello grafico e di simbologia, spiegazioni le lascerei a Dario Corsini che è colui che fisicamente lo ha realizzato. Confermiamo che Zaki sarà ancora partner del Livorno.”
Segue poi un intervento video, registrato a New York, del presidente Joel Esciua: “Noi pensiamo che sia arrivato il momento per ringiovanire e rilanciarsi, un logo che ci permetta di andare avanti, c’è unità di intenti. È un logo molto moderno, leggero, che riflette lo spirito di gioventù e progettualità e lascia spazio ad immaginazione e fantasia, lascia spazio ai simboli della città. Logo che trasmette anche fermezza e ambizione dopo la vittoria della D e dello Scudetto e il ritorno nel professionismo. Siamo consci dell’importanza che ha il Livorno nella città e nel mondo. Speriamo che i successi accompagnino questo logo e trasmetta anche i successi con i loghi precedenti. Oggi si apre un ciclo nuovo e sono felice di lanciare il prodotto insieme ad uno studio straordinario che ha fatto un ottimo lavoro, prendiamoci quello che è nostro, della nostra città.”
Introduce la presentazione del nuovo stemma il CEO di Zaki Stefano Pampalone: “Il progetto parte due anni fa con il nuovo sito di, sentivamo pressione storicità e importanza per la città del brand, noi siamo molto felici e contenti di aver dato il nostro contributo, speriamo che il marchio accompagni la squadra per tanti anni. Il fatto che sia stata scelta una linea moderna, minimale è stato per attualizzare il marchio. Abbiamo bisogno di pittogrammi che siano ben riconoscibili, questo è ben applicabile.”
La spiegazione integrale la fa Dario Corsini, alla guida del team di design: “Prima di tutto auguriamo un in bocca al lupo a Igor Protti, come agenzia ci teniamo a stringerci a lui. Il marchio vecchio era storico ma inadeguato al mercato attuale. Vorrei aprire una parentesi sulla parte cromatica. Amaranto rimane il colore del Livorno. Abbiamo sostituito il giallo come secondario con il verde per tre motivi: ragione storica ne ha sempre fatto parte, è un colore complementare al amaranto, e per terzo rappresenta il colore dei fossi che ogni giorno vediamo. Riteniamo che rappresenti la città. Abbiamo accompagnato con colori neutri (bianco, scala di grigi e neri). È un marchio che andrà interiorizzato ma che ha una serie di caratteristiche. Abbiamo creato una crasi tra onde e la L del vecchio logo con le onde, un simbolo moderno e funzionale con un legame con il passato. Va a riprendere la storicità del Livorno con l’intento di applicarla in tutti i formati di comunicazione. È positivo che ognuno possa trovarci significati personali. Il mare è quello principale, è stato associato anche ad un delfino tra le onde, un faro sferzato dalle onde. Altri esperimenti con palazzi e monumenti storici non ci convincevano. Ci rendiamo conto che è un processo traumatico ma necessario. Ci auspichiamo che col tempo diventi il simbolo del Livorno, ha tutti i requisiti per farlo, nella sua semplicità.”
Luca Mazzoni poi prosegue: “Ne ho passati due di loghi del Livorno, sarà sicuramente un distacco che porterà qualche problematica. Delle cose sono necessarie, non ho dubbi sul valore del lavoro fatto. Ringrazio Fernandez che ha salvato il salvabile dopo il fallimento e noi abbiamo ereditato il logo dalla vecchia proprietà e ci ha messo a disposizione un marchio. Dobbiamo guardare al futuro. Gli vanno riconosciuti tutti i meriti che tanti non hanno portato avanti. È una cosa coraggiosa e a me le cose coraggiose piacciono.”
L’ultima parola, come spesso succede, è del presidente onorario Enrico Fernandez Affricano: “Ho comprato il marchio e lo ho registrato non a mio vantaggio personale ma per la città e la società ha deciso di cambiare, l’altro rimane in un cassetto vedremo in futuro che fare.”
Lorenzo Palma















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