Le forze dell’ordine sono impegnate a far luce sull’omicidio di Vitali Kimpis, 39enne di origine lituana, ucciso con una coltellata al petto che gli ha perforato il cuore davanti al portone di casa. Il magistrato ha disposto l’autopsia per capire con certezza le cause della morte. La coppia lituana si era stabilita da qualche mese in affitto al quarto piano del palazzo di via Roma 326. Il quarantenne stava rientrando a casa, teneva in mano una scatola con un piccolo elettrodomestico, avrebbe oltrepassato il cancellino che si affaccia sulla strada e si sarebbe fermato al portone. Qui è scattata l’aggressione, con ogni probabilità un agguato: non è ancora chiaro se da parte di una o più persone.
Gli inquirenti, coordinati dal pm Gianfranco Petralia, hanno ascoltato la moglie dell’uomo che abita a Livorno da qualche anno, pochi gli indizi che sarebbero emersi dall’interrogatorio. In questa prima fase di indagini, la Scientifica ha posto grande attenzione alla zona dell’ingresso del palazzo, recintandolo: la speranza degli investigatori è che l’aggressore (o gli aggressori) abbiano lasciato qualche traccia mentre stavano nascosti, forse all’interno dell’androne dello stabile o, più probabilmente, proveniendo da dietro e aggredendolo alle spalle mentre magari l’uomo stava cercando le chiavi per aprire il portone.
La polizia scientifica è rimasta a lungo a setacciare la zona, a cominciare dalla ricerca dell’arma del delitto, che è stata cercata con meticolosità in vari luoghi attorno, compreso alcuni giardinetti e cassonetti Aamps. Per ore il palazzo è rimasto praticamente blindato, senza che nessuno potesse entrare o uscire dall’edificio, neanche chi vi abita. Contemporaneamente le indagini si sono dirette sul passato dell’uomo, sulle abitudini e sul tenore di vita che il 39enne conduceva prima e dopo la residenza in città.
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