Houston, abbiamo un problema? Due partite giocate nel giro di quattro giorni, due sconfitte che hanno un peso specifico diverso. Partiamo con la partita di campionato giocata domenica a Città di Castello: un buon Livorno nel primo tempo che ha fatto ben sperare, una gara che, con il senno di poi, sarebbe stato meglio chiudere nei primi quarantacinque minuti di gioco. Molti hanno recriminato a Lo Faso il goal mancato a porta vuota, un’occasione che sicuramente poteva almeno regalarci un punto da portare a casa ma il giocatore siciliano ha dimostrato poco dopo di sapersi rifare regalandoci un destro da campione. Sicuramente due goal di scarto avrebbero maggiormente intimorito gli avversari e reso la gara più in salita per la formazione umbra ma visto come il Livorno si è presentato nel secondo tempo probabilmente la fine sarebbe stata la medesima, un tracollo totale, una mancanza di lucidità da parte dei ragazzi e anche dell’allenatore che ci sono costati cari; i tre punti ci avrebbero fatto mettere la freccia destra per il sorpasso alla Pianese, sconfitto dal Flaminia, e portato a un passo dall’Arezzo, rallentato finalmente dal Ghiviborgo.
Amarezza tanta, lo stesso mister ha ammesso di non aver saputo leggere al meglio la partita, con dei cambi che avrebbero dovuto dare lo sprint giusto che portare a casa la vittoria ma che invece non hanno avuto il risultato sperato. Reparto offensivo ancora sotto accusa ma con delle attenuanti, il vero problema e’ da ritrovare nel centrocampo, poco coordinato con chi la’ davanti ha il compito di buttarla in rete. E arriviamo alla partita di Coppa Italia, un Livorno-Arezzo che aveva fatto venire l’acquolina in bocca agli addetti ai lavori (e ai tifosi) solo per la curiosità di vedere in azione la formazione favorita per la vittoria del campionato. Vero che siamo stati abituati a non vedere mai le formazioni principali in queste gare; difficilmente scendono in campo le squadre titolari, vuoi per evitare un affaticamento muscolare non richiesto, vuoi per lo scarso interesse che questa coppa nutre nelle serie minori. Difficile gestire “due campionati in uno”, soprattutto quando in palio c’è la possibilità di approdare nel calcio che conta. Ma la prima mezz’ora di gioco ci ha fatto intendere tutt’altro; un Arezzo inarrestabile che ha lasciato molto poco spazio ai nostri, hanno il fatto il bello e il cattivo tempo dimostrando di meritare il primo posto in classifica, Gli scambi veloci fra gli attaccanti, passaggi puliti e gioco chiaro, tutto, alla fine del primo tempo, lasciava presagire il peggio visto che anche la difesa, reparto sempre stato inattaccabile nelle varie partite di campionato, è crollata di fronte alla squadra aretina. E poi un po’ di luce, il secondo tempo ha visto gli ospiti rallentare, forse convinti di poter gestire la gara ad un ritmo più basso dando quindi la possibilità al Livorno di accorciare la distanze prima con Rossi e poi con Lo Faso (il miglior giocatore che in Livorno ha in rosa in questo momento). Pronti per i rigori? Purtroppo no, nel recuperò Risaliti beffa Bettarini e porta a casa la vittoria.
Una sconfitta amara, ma non troppo; rispetto alla partita giocata domenica, il Livorno ha sofferto ma ha saputo reagire all’ottimo gioco degli avversari. Questo sicuramente non basta, ma ci insegna che la squadra deve andare tutta in una solita direzione. Il tabellino degli attaccanti non è più vuoto, sicuramente siamo ancora lontani dai risultati sperati ma la sostanza c’è; un giocatore come Lo Faso in serie D è oro puro, Rossi sembra aver ritrovato la forma e ancora ci sono delle carte da scoprire. C’è bisogno che il centrocampo inserisca più palloni per i suoi attaccanti e giochi più avanzato per rendersi pericoloso e chiudere gli avversari all’occorrenza. I numeri ci sono, i nomi anche e le qualità pure. Forza ragazzi, il campionato è lungo e l’oblio della serie D deve diventare presto un brutto ricordo.
Agnese Gaglio
Lascia un commento