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Le 10 regole per salvare il verde urbano

15 Aprile 2017 Attualità

Le 10 regole per salvare il verde urbano

La Lipu di Livorno ha distribuito in questi giorni  materiale di approfondimento e documentazione per la salvaguardia del verde cittadino. Dieci regole per la salute dei residenti  a salvaguardia della natura e delle vite animali nei centri urbani:   http://www.lipu.it/news-natura/notizie/16-comunicati-stampa/1039-natura-in-citta-le-10-regole-della-lipu-per-salvare-salute-e-biodversita

Fino a 2,8 grammi di polveri sottili -letali per i nostri polmoni- assorbite ogni anno per ciascun metro quadrato di fogliame, diminuzione dello stress nelle persone del 16%, riduzione dei decessi durante le ondate di calore fino al 28%, aumento del 10% del valore immobiliare degli appartamenti: sono i benefici degli alberi in città, che migliorano la nostra vita e quella dell’ambiente, erogando i cosiddetti “servizi ecosistemici”.

Ma spesso ce ne dimentichiamo, perché non abbiamo rispetto per il verde urbano: Piazza Sforzini, Viale Italia, Villa Fabbricotti, Via Gramsci, Viale del Risorgimento, Viale Carducci, Piazza XX Settembre, Via Calzabigi, Via Montebello, sono alcuni degli interventi di potatura tramite “capitozzatura” che negli ultimi mesi hanno massacrato alberi e siepi di viali e giardini. Tutto ciò nonostante esista un Regolamento comunale del verde urbano pubblico e privato, che all’articolo 6 vieta espressamente le capitozzature, il taglio di branche superiori a 10 cm di diametro, così come la manomissione della vegetazione da marzo a luglio, per non interferire con la nidificazione degli uccelli (si ricorda peraltro che la distruzione di un nido è un reato penale, ai sensi della Legge nazionale 157/92).
Coloro che gestiscono il verde urbano dovrebbero prima conoscere e poi amare il bene che hanno in custodia. Quando abbiamo chiesto spiegazioni sul perché di queste orribili potature, uno dei motivi più ricorrenti è “perché così si mettono in sicurezza le piante, rispetto alla possibile caduta”. Ma le statistiche ci dicono che in Italia ci sono circa 10 morti al giorno per incidenti stradali, e meno di 10 morti all’anno per caduta di alberi. Appare quindi del tutto irrazionale “avere paura degli alberi”. E se a nessuno verrebbe in mente di eliminare dalla nostra vita tutte le auto, per evitare le stragi di vite umane sulle strade (mentre invece si cerca di potenziare le prestazioni di sicurezza dei veicoli, educare gli automobilisti ad una guida più prudente, e migliorare la progettazione delle infrastrutture), non si capisce perché qualcuno pensa di aumentare la sicurezza rispetto agli alberi eliminandoli o potandoli drasticamente.
C’è poi da dire che le potature, al contrario della distorta credenza popolare -che le ritiene necessarie per le piante- non fanno altro che farle ammalare. Anche un bambino sa che una ferita sulla nostra pelle può portare un’infezione; allo stesso modo, il taglio di un ramo o una escoriazione sulla corteccia di un albero permette l’ingresso di funghi e altri patogeni, che fanno seccare i rami e attaccano le radici, indebolendo la pianta e quindi peggiorandone la stabilità.

In questi giorni la Lipu ha presentato a livello nazionale il Documento per la conservazione della natura n. 2 dal titolo “Il verde urbano e gli alberi in città. Indirizzi e linee guida per la progettazione e la gestione ecologica”, che riporta anche una serie di dati e informazioni relative a Livorno.
Tra questi, vengono citati gli studi sui pittòspori effettuati dal Dipartimento di Agraria dell’Università di Pisa, piante che sono in grado di rimuovere il particolato (PM) dall’aria, ma anche il calcolo dei servizi ecosistemici compromessi a causa della potatura drastica della vegetazione del Lungomare avvenuta qualche anno fa, stimata in un danno per l’ambiente e la salute pubblica compreso tra 160.000 e 590.000 euro/anno, e le cui prime conseguenze negative sono visibili a tutti, perché alla Rotonda di Ardenza i lecci ed i pini rivolti al mare stanno seccando, non essendo più protetti dalle siepi frangivento.

Inoltre, tra i casi-studio dell’appendice del documento -che tratta di oasi urbane- è riportata la proposta per l’Oasi urbana degli orti di Via Goito, per la quale la Lipu è impegnata insieme ad altre organizzazioni affinché l’area si salvi dalla cementificazione, diventando un parco pubblico per cittadini, turisti e scolaresche, e conservando allo stesso tempo la ricca biodiversità di questo boschetto di macchia mediterranea sopravvissuto in mezzo alla città, dove sono presenti più di 30 specie di uccelli e centinaia di specie di piante.

 

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