Questo pomeriggio è stato presentato il nuovo allenatore del Livorno, Alessandro Formisano, che si è prestato a lungo alle domande della stampa ed ha fatto in modo di presentarsi con chiarezza e disponibilità. Inizialmente il mister ha raccontato il suo approdo a Livorno e gli obbiettivi della squadra: “È un momento che aspettavamo col presidente e la società. Sono sicuro che durante l’anno saprete apprezzare tutto il gruppo di lavoro. Sono cresciuto da solo, non ho avuto possibilità di sbagliare, mi sono costruito carriera con difficoltà, hai una sola possibilità da dimostrare sul campo. La parola chiave è progettualità, siamo chiamati a costruire basi solide. Il salto da D a C è importante, servono strumenti nel tempo. L’obbiettivo è costruire una potenziale vittoria nel tempo, sapendo i mattoncini da inserire, serve visione comune per raggiungerli. Un esempio è la Virtus Entella degli ultimi due anni che fa salvezza e poi vince il campionato. Sono stato convinto dall’unione di intenti.”
In seguito il tecnico napoletano ha illustrato la sua idea di calcio, moderna e coraggiosa ma tutt’altro che scriteriata, descrivendola a lungo e dando l’immagine di un calcio che ha punti d’incontro col modello di Gasperini e il gegenpressing tedesco: “La mia idea è un calcio rapido, continuo, fatto di continue riaggressioni. In Serie C i ritmi sono completamente diversi dalla D: nelle ultime 4/5 giornate se lotti per playout hai stesse possibilità di fare playoff, serve equilibrio nella valutazione del risultato ma fermezza in quello della prestazione. Non cercheremo per forza il risultato se non quando necessario. Il paradiso per il Livorno non può essere la C. Bisogna rispettare un grandissimo lavoro fatto in Serie D, c’è bisogno di fare un ragionamento sulla costruzione della rosa, serve il fuoco dentro per costruire. La comunicazione è gran parte di quello che c’è fuori dal campo, l’aspetto è prioritario. Prediligo un calcio non fatto di numeri, parlo di quel che può essere un progetto legato al dominio del gioco, riconquista della palla immediata, serve contrattaccare il prima possibile. Non sono un integralista, non credo nella rete di passaggi, non credo che lo spartito sia uguale di partita in partita, non credo nel sistema unico: mantenere tratto di dinamicità e intensità. Non attendere l’avversario, andare forte sull’uomo. Non ci sono per forza allenatori che ho come riferimento, il più simile forse è Gasperini. Spero di coinvolgere anche parte di staff della primavera. Il gioco può apparire eccessivamente verticale e dinamico ma si esprime spettacolarmente e una piazza come Livorno ne ha bisogno.”
Infine ha parlato di alcune sue esperienze di formazione, ha chiamato la piazza alla partecipazione e ha parlato di calciomercato: “Ho fatto un workshop con Sportitalia come giornalista sportivo per sapere come comunicare in questo mondo, in Italia la comunicazione è sillabica, io non sono questo tipo di allenatore. Da napoletano intendo il calcio come questione di vita quotidiana. Ho letto tanti articoli che nominavano tutti i giocatori della Pianese randomicamente: non c’è volontà di riproporre la Pianese a Livorno. Pensare di riprodurre un modello non sarebbe logico, se ci fosse possibilità di portare giocatori di categoria superiore che ho allenato ci lavoreremo. Dobbiamo cominciare a ripopolare il nostro stadio e gli altri stadi nelle trasferte, voglio sentirmi parte di questa storia, lasciando una traccia. Gori è un ragazzo interessante, ci sono le attenzioni di tanti club, se ci dovesse essere la possibilità di aprire un discorso lo faremo, il Livorno è al lavoro da tempo sui profili più importanti. Ho bruciato le tappe sotto tutti i punti di vista, faccio questo da tanto tempo. Pongo tutti su uno stesso livello ma uso chiavi diverse per ognuno in base alle possibilità di crescita da parte mia, anche umiltà con quelli più grandi, Simeoni il capitano della Pianese mi ha dato tanto in termini di gestione umana dello spogliatoio. Non so ancora dare un numero su quanti saremo in ritiro. Si è parlato molto di calcio tedesco ma non ho nessuna tendenza esterofila, sono italiano passato da Coverciano.”
Lorenzo Palma
Lascia un commento